Pagine

venerdì 10 febbraio 2012

IL CIRCO DELLA FARFALLA.

SEMPLICEMENTE SPLENDIDO.

Lo aggancio al nostro tema dell'anno "LIBERTA' DI VIVERE"



Questo è il commento di Antonio Socci

Chi è quel “signor Méndez”
che ha pietà di noi, che ci fa stupire…
e che trasforma il bruco deforme della nostra anima
in una splendida farfalla?
Antonio Socci, in www.antoniosocci.com, 29 gennaio 2012.
C’è da tempo, in rete, un cortometraggio bellissimo The Butterfly Circus (Il circo della farfalla) diretto da Joshua Weigel. Dura 20 minuti ed è sottotitolato in italiano.
È struggente. Ve lo consiglio (poi, sotto, vi propongo un’interpretazione).
Penso che si sbaglierebbe a credere che questo stupendo film metta a tema la sofferenza della disabilità o l’emarginazione. Per me non è un film sui corpi, ma sulle anime e lo suggerisce proprio il “signor Méndez”, direttore del “Circo della farfalla” che presenta alla fine Will come “un’anima coraggiosissima”.
La “deformità” di Will, la sua mutilazione è l’immagine della nostra povera umanità, l’immagine di ciascuno di noi, inchiodato al proprio limite, alla propria incapacità, alla propria disperazione e solitudine, al proprio peccato, ai propri sbagli, al proprio “non essere amato” e quindi vittima impotente di un mondo crudele che trae guadagni dalle sue mostruosità.
La storia infatti si apre proprio sullo spettacolo crudele del mondo, che di questa miseria umana fa spettacolo: “il miglior spettacolo di mostri della città”. Promesse di soldi, dolore e crudeltà, tristezza. E quei poveretti esposti come animali e crudelmente derisi per le loro deformità… Il tipaccio che li illustra infine annuncia: “una perversione della natura, un uomo – se così lo si può chiamare – a cui Dio stesso ha voltato le spalle!”.
Ecco, questo è il modo come noi ci vediamo e vediamo gli altri: abbandonati da Dio. E quindi asserviti a chi fa senza scrupoli mercimonio della nostra umanità. Il pubblico davanti a Will alterna sguardi di orrore, derisione, risolini e crudeltà. Ma quel giorno, in quel cinico luna park, è arrivato un uomo diverso da tutti.
Il “Signor Méndez” ha uno sguardo diverso su quei poveretti. Vi fa pensare a Qualcuno? Ecco la sua compassione, il suo fermare la crudeltà dei ragazzetti, il suo levarsi il cappello davanti a Will, il suo “tu sei magnifico!”, l’immediato perdono per lo sputo del povero disperato che credeva di essere deriso perché lui non si vedeva “magnifico”. Il “Signor Méndez” è subito pronto a scusarlo e giustificarlo: “non è successo niente. E’ colpa mia. Forse mi sono avvicinato un po’ troppo, giusto amico?”.
Chi è quest’uomo strano, unico? È il “signor Méndez”, famoso perché direttore del “Circo della farfalla”, quello che – secondo il mondo – fa “spettacoli stravaganti”. È considerato “strano”, “stravagante”, perché è diverso dal luna park delle mostruosità.
Will decide di andare col “Circo della farfalla”, dove lo accolgono con calore, ma non gli fanno fare quello che faceva prima perché “da noi non c’è nessun fenomeno da baraccone”. Il “Signor Méndez” gli dice: “non c’è niente di edificante nell’esporre le imperfezioni di un uomo… noi siamo contenti che tu stia qui con noi e puoi restare finché vuoi, ma io dirigo un altro tipo di spettacolo”. È lo spettacolo della bellezza, dell’armonia, dell’audacia, dell’abilità umana, della grazia. Lo si vede quando in un villaggio triste e decadente arriva la compagnia del “Circo della farfalla”….
Il “Signor Méndez” annuncia: “signori e signore, ragazzi e ragazze, ciò di cui ha bisogno questo mondo è di un po’ di stupore”.
Il “signor Méndez” guarda i suoi artisti incantato e commosso. E sussurra a Will: “splendidi, non è vero? Come si muovono, pieni di forza, colore e grazia. Sono sbalorditivi!”. Poi lo scuote bruscamente. Gli fa capire quanto è crudele e ingiusto ciò che pensa di se stesso e gli dice che anche lui può essere come loro. Infatti gli svela qual è la vera bellezza dei suoi artisti: sono tutti dei redenti, sono persone che erano state buttate dal mondo come perduti e perdenti. E sono rinate.
Perché il “Circo della farfalla” mostra appunto questo meraviglioso spettacolo: il bruco deforme che diventa bellissima farfalla.
Dice il “Signor Méndez” a Will: “se soltanto tu potessi vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri”. È una possibilità anche per Will. Perché la vera bellezza è quella di chi si lascia amare, di chi accetta la misericordia e “rischia” tutto se stesso in questo amore.
L’obiezione di Will: “Ma sono diversi da me” (tipica obiezione di chi si sente più disgraziato e più incapace di tutti gli altri).
Ma il “Signor Méndez” rovescia totalmente le sue categorie di giudizo: “Sì. Tu un vantaggio ce l’hai: più grande è la lotta e più è glorioso il trionfo”. E infatti per Will arriva il trionfo. Così il “Signor Méndez”, felice e commosso può annunciare: “I vostri occhi saranno testimoni, in questo stesso giorno di un’anima coraggiosissima”.
Non più spettatori di una mostruosità, ma testimoni di una gloriosa rinascita e di un’avventura ardimentosa.
Io penso che il “Circo della farfalla” esista in questo mondo. È il Regno di Dio che Gesù è venuto a instaurare. È lui che davanti alla mostruosità di ogni uomo gli sussurra: “Tu sei magnifico!”. E gli diventa amico perché il bruco, il verme, diventi la libera e bella farfalla …
Gesù non è venuto a incriminare, a giudicare, a puntare il dito (lo fa già il mondo). No. Gesù è venuto pietosamente a guarirci. A farci rinascere.
E chi siamo noi per dire: no, quello non può farcela, quello è uno abbandonato da Dio?
Ecco una bella pagina del grande Dietrich Bonhoeffer:
“Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro,
sceglie una creatura umana come suo strumento e compie meraviglie
lì dove uno meno se le aspetta.
Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto;
dove gli uomini dicono ‘perduto’, lì Egli dice ‘salvato’;
dove gli uomini dicono ‘no!’, lì Egli dice ‘sì’!
Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo,
lì Egli posa il Suo sguardo pieno di un amore ardente incomparabile. (…).
Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, lì Egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il Suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del Suo amore, della Sua vicinanza e della Sua Grazia”.
Questo è il cristianesimo.

                                                                                           Peppe e Patri

                                            Grazie Martina, grazie Padre Tore.      

lunedì 6 febbraio 2012

...QUANTO CERTI ATTEGGIAMENTI SBAGLIATI POSSONO FAR MALE ALLO SCOUTISMO ANCHE SE LO SCOUTISMO NON C'ENTRA NIENTE.

 Caso Lusi: il partito zombie, il Boy Scout e una montagna di soldi veri

Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita. ANSA/GIUSEPPE LAMI

La Margherita era stata già sciolta ma i soldi fluivano ancora dalle casse del partito che non era più, dissolto petalo dopo petalo e innestato nella Quercia, a quelle del suo tesoriere vivo, vegeto e sempre più florido. Dal conto corrente del (fu) partito di Rutelli e Parisi a quelli personalmente collegati all’ex capo dei Boy Scout e senatore del PD alla seconda legislatura, Luigi Lusi. Certo, la prima legge che ha infranto Lusi è proprio quella dei benemeriti Scout. Con l’aggravante grottesca di succhiare linfa a un ramo morto, un partito zomby che aveva perso la sua funzione politica ma continuava a svolgere una funzione reale di drenaggio fondi (pubblici) e relativa redistribuzione (privata). All’insaputa anche di chi di quel conto era cointestatario, cioè l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli.
Regola numero 8: “Lo Scout sorride e fischietta in tutte le difficoltà”. Regola numero 9: “Lo Scout è economo”. Non sappiamo se Lusi, accusato di aver dirottato su società e conti propri o della famiglia quasi 13 milioni di euro di finanziamento pubblico a Democrazia e Libertà, abbia l’animo di fischiettare, come non fosse stato colto con le dita nella marmellata. Certo, “un economo” lo era. Probabile che sia rimasto ligio anche ad altre regole: essere cortese, amico degli animali, ubbidiente verso i genitori e il Capo Pattuglia, amico di tutti e fratello di ogni altro Scout. Ma ha inciampato, magari sorridendo, sulla regola numero 1 della Legge dello Scout (“L’onore di uno Scout è di esser creduto”), la 2, sulla fedeltà alla Patria e ai datori di lavoro, e la 10: “Lo Scout è pulito nel pensiero, nella parola e nell’azione”.
Rutelli oggi è parte lesa, degli intrallazzi del suo tesoriere non sapeva né aveva sospettato nulla. Chi, invece, aveva subodorato la truffa e protestato e chiesto lumi nelle riunioni da zombi della Buonanima Margherita è il professor Arturo Parisi. Una voce di bilancio fantasma di 4 milioni di euro, per esempio, Lusi l’avrebbe giustificata come obolo per Dario Franceschini nelle primarie contro Bersani. Ma Franceschini nega. Gli altri, da Gentiloni a Fioroni, da Bianco a Santagata, per arrivare ai confluenti della Quercia con in testa lo stesso Bersani, dicono che nulla sapevano e nulla si immaginavano.
Il bilancio era stato pubblicato sull’organo della Margherita, Europa. Per quel che vale. Ma la cosa più incredibile è che i soldi erano veri, e infatti si sono trasformati al tocco della bacchetta magica di Lusi in una villa a Genzano e un appartamento milionario in una delle più eleganti vie del centro di Roma, dietro Campo de’ Fiori, e in flussi milionari in più tranche (per non dare nell’occhio) verso una società collegata a Lusi in cambio di consulenze di facciata. Vizi privati e pubbliche virtù: quando il Tribunale di Milano decise di non ammettere il patteggiamento per gli imputati nel fallimento Parmalat, Lusi, che oggi sembra voglia chiedere il patteggiamento, esultò perché erano state “riconosciute le ragioni di decine di migliaia d
i italiani che hanno visto azzerati i loro risparmi in uno degli scandali finanziari più catastrofici della storia d’Italia. Una decisione che conforta chi crede che nel nostro Paese le leggi ci siano e vadano rispettate”.
Inquieta pensare che uno come lui abbia ricoperto nella sua carriera incarichi da consigliere giuridico del Comune di Roma per le politiche della casa e della sicurezza, delegato del sindaco, poi nelle municipalizzate Metroferro e Trambus, tesoriere nella campagna elettorale del 2001 di Rutelli per Palazzo Chigi, infine “cassiere” della Margherita. Che già era un fossile della politica. Ma un fossile d’oro.
fonte PANORAMA.IT

... Riflettiamoci gente.
                                                             Giuseppe