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giovedì 9 agosto 2012

GRANDE ROUTE ESTIVA 2012

Grazie Capitano Ultimo...
« Mi sono chiamato ultimo quando ho capito che tutti volevano essere primi, volevano fare bella figura, volevano vincere, volevano farsi belli con i capi, volevano fare carriera con la K, e siccome a me non me ne frega proprio niente, dico a me ma anche a tanti altri carabinieri, il nostro onore e la nostra gloria maggiore è lavorare per la gente povera e basta, e nel momento in cui lo facciamo perché vogliamo qualcosa in cambio siamo porci traditori. Mio padre comandava la stazione dei Carabinieri in un piccolissimo paese della Toscana... la domenica ci portava me, mia sorella e mia mamma, in un podere vicino in campagna, dove passavamo il tempo con una famiglia che aveva una figlia sordo-muta, e io non capivo che in quel momento quella era la legalità, e non capivo perché lui ci portava lì, e poi l'ho capito, ci portava lì perché era quella l'umanità per cui valeva la pena combattere, la bandiera, LA PATRIA. E tu poi per quella gente combatti, perché non hai più limiti, ti identifichi in loro, quindi diventi carabiniere perché vuoi difendere quella gente lì. Porto il guanto dei mendicanti, dei lavavetri che sono nostri fratelli, e così non mi dimentico di essere anche io mendicante, l'ingiustizia che fanno quando umiliano i "vu cumbrà" o il lavavetri al semaforo, umiliano anche te e me e dunque non deve accadere, la devi vivere come un'ingiustizia fatta a te, ecco allora sei un carabiniere, se no sei un professionista mercenario, la lotta è del popolo e deve rimanere al popolo...»



"Signore, insegnaci a pregare"
La preghiera è il cuore della vita della Comunità di Sant'Egidio ed è la sua prima opera. Al termine del giorno, ogni Comunità di Sant'Egidio, piccola o grande che sia, si raccoglie attorno al Signore per ascoltare la sua Parola. Dall'ascolto della Parola di Dio e dalla preghiera, infatti, scaturisce l'intera vita della Comunità. I discepoli non possono fare a meno di stare ai piedi di Gesù, come fece Maria di Betania, per ricevere da lui il suo amore e apprendere da lui i suoi stessi sentimenti (Fil 2,5).
Ogni sera, perciò, la Comunità tornando ai piedi del Signore fa propria la domanda dell'anonimo discepolo: "Signore, insegnaci a pregare!" E Gesù, maestro di preghiera, continua a rispondere: "Quando pregate, dite così: Abbà, Padre". Non è una semplice esortazione. E' molto di più. Con queste parole Gesù rende partecipi i discepoli del suo stesso rapporto con il Padre. Nella preghiera, perciò, prima ancora delle parole viene l'essere figli del Padre che sta nei cieli. E pregare quindi è anzitutto un modo di essere: ossia figli che si rivolgono con fiducia al Padre, certi che li ascolterà.
Gesù insegna a chiamare Dio: "Padre nostro", e non semplicemente "Padre" o "Padre mio". Il discepolo anche quando prega personalmente, non è mai isolato od orfano; è sempre membro della famiglia del Signore. Nella preghiera comune appare con chiarezza oltre al mistero della figliolanza anche quello della fraternità. Dicevano gli antichi Padri: "Non si può avere Dio per Padre se non si ha la Chiesa per madre". Nella preghiera comune lo Spirito Santo raccoglie i discepoli nella "sala al piano superiore", assieme a Maria, madre del Signore, perché rivolgano il loro sguardo verso il volto del Signore e apprendano da lui il suo cuore.
 Le Comunità di Sant'Egidio, sparse nel mondo, si raccolgono nei vari luoghi della preghiera e presentano al Signore le speranze e i dolori delle "folle stanche e sfinite" (Mt 9,37) di cui parla il Vangelo. In quelle folle antiche sono presenti quelle sterminate delle città contemporanee, i milioni di profughi che continuano ad abbandonare le loro terre, i poveri messi ai margini della vita e tutti coloro che aspettano qualcuno che si prenda cura di loro. La preghiera comune raccoglie il grido, l'invocazione, l'aspirazione, il desiderio di pace, di guarigione e di salvezza che hanno gli uomini e le donne di questo mondo. Mai la preghiera è vuota. Essa sale incessante al Signore perché l'angoscia sia trasformata in speranza, il pianto in gioia, la disperazione in letizia, la solitudine in comunione. E il regno di Dio venga presto in mezzo agli uomini.
... per la seconda volta dopo
quella in cui li alla comunità ho visto la foto del pranzo di Natale ho
pensato alla vera Chiesa, questa, che mette in pratica ciò che predica
con dei gesti bellissimi..
GRAZIE


















































































































































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